Giornata Internazionale dell’Istruzione Educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti

Il 24 gennaio “Giornata Internazionale dell’Istruzione”, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) vuole ribadire la centralità dell’Educazione per il benessere umano e lo sviluppo sostenibile, e portare l’attenzione sui Paesi in cui l’Agenzia opera, nei quali, in molti casi, a causa della pandemia, dal mese di marzo 2020, le scuole sono state chiuse completamente o per periodi […]

Data:

23 Gennaio 2022

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Il 24 gennaio “Giornata Internazionale dell’Istruzione”, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) vuole ribadire la centralità dell’Educazione per il benessere umano e lo sviluppo sostenibile, e portare l’attenzione sui Paesi in cui l’Agenzia opera, nei quali, in molti casi, a causa della pandemia, dal mese di marzo 2020, le scuole sono state chiuse completamente o per periodi molto lunghi.

La maggior parte dei Paesi partner, per arginare il problema dei contagi causati dal Covid 19, ha interrotto i servizi educativi in presenza, i corsi professionali e la formazione superiore. Questa chiusura ha avuto conseguenze importanti sulla perdita di apprendimento, sulla dispersione scolastica, nonchè sull’alimentazione considerando che, in alcuni contesti, l’unico pasto giornaliero che un bambino riceve è proprio quello scolastico.

Come ricordano tre grandi organizzazioni, quali World BankUnesco e Unicef, attraverso una dichiarazione congiunta fatta dai rispettivi rappresentanti, la globale interruzione dei servizi educativi causata dall’emergenza pandemica costituisce la peggiore crisi educativa nella storia recente.

Il calo dell’istruzione determinato dalla pandemia rischia di ridurre i successi realizzati dalle ragazze negli ultimi due decenni, aggravando l’incapacità di fornire un’istruzione inclusiva e di qualità per tutti.

Dalla nostra Sede di Nairobi, Miriam Bulbarelli, che ha condotto uno studio sulle conseguenze della pandemia nelle giovani donne in collaborazione con il Kenya Medical Research Institute e il Kenya Ministry of Health, ci racconta che, rispetto al 2019, nel 2020 sono state circa il triplo le ragazze che hanno abbandonato il ciclo di studio che stavano frequentando e circa il doppio le ragazze che sono andate incontro a gravidanze precoci.

In questo contesto è importante ribadire l’impegno sottoscritto a Londra nel maggio 2021, durante l’incontro dei Ministri degli Esteri e dello Sviluppo del G7 nel quale è stata approvata la dichiarazione “Girls’ education: the heart of Covid-19 recovery and unlocking Agenda 2030”, per promuovere il diritto allo studio delle bambine e ragazze. Una responsabilità importante che si deve concretizzare attraverso azioni politiche e impegni finanziari significativi per rafforzare le capacità dei sistemi educativi nazionali e per recuperare/compensare l’insegnamento perduto.

Pochi sono i governi dei Paesi a basso e medio reddito che hanno destinato fondi dedicati all’educazione, per questo motivo si rende necessario supportarli anche su queste tematiche importanti, affinché si minimizzi il rischio che generazioni di giovani studenti, e soprattutto di studentesse, manchino l’opportunità di acquisire educazione e cultura che consentano loro di far parte appieno della società nel futuro o che non riescano ad acquisire competenze e conoscenze sufficienti ad affrontare il mondo del domani.

Ultimo aggiornamento: 17/10/2023, 9:12