L’impegno dell’Agenzia nello sviluppo delle filiere produttive richiama il particolare modello italiano di sviluppo – Piccole Medie Imprese e distretti locali – puntando all’incremento della produttività e della produzione, al miglioramento della qualità e alla valorizzazione della tipicità del prodotto, alla diffusione di buone pratiche colturali e alla conservazione delle aree di produzione, al trasferimento di tecnologia, allo sviluppo dell’agroindustria e dell’export dei prodotti, soprattutto attraverso qualificati interventi di assistenza tecnica, formazione e capacity building istituzionale. Per raggiungere questi obiettivi, l’impegno di AICS è anche quello di contribuire a stabilire un legame rafforzato con il settore privato dell’agro-business dei Paesi Partner, attraverso la promozione di partenariati con il settore privato italiano.
Le azioni promosse dalla Cooperazione italiana rivolte allo sviluppo delle catene di valore e del settore agroindustriale contribuiscono allo sviluppo dei sistemi agro-alimentari per un maggior accesso al cibo in ottica di sicurezza alimentare favorendo al contempo una crescita economica diversificata e sostenibile come anche l’incremento dei redditi. Le strategie d’intervento si coniugano con le peculiarità dei sistemi produttivi dei Paesi d’intervento, del loro contesto istituzionale e socio-politico, della struttura delle loro economie, spesso influenzati da molteplici fattori, compresi instabilità politica, conflitti, inflazione e indebitamento, shock climatici e disastri naturali che si intrecciano con cambiamenti sociali e ambientali altrettanto significativi (aumento demografico, urbanizzazione, deforestazione e desertificazione, etc.). Gli assi d’intervento si articolano in due macro-aree.
- Sviluppo di catene di valore costituite prevalentemente da produttori su piccola scala ed attori di filiera locali (agricoltori, pastori, pescatori artigianali), spesso in aree rurali marginalizzate, con l’obiettivo di diversificare la produzione, stimolare l’innovazione, valorizzare il sapere e le colture tradizionali, innescare processi di economia circolare e di aggregazione. Risulta inoltre determinante l’inclusività e la partecipazione degli attori ai benefici generati lungo le catene di valore, con particolare attenzione alle comunità indigene, alle donne e ai giovani;
- Agroindustria con un più ampio coinvolgimento del settore imprenditoriale privato, nei Paesi partner costituito da micro, piccole e medie imprese (MPMI) e che interviene sulla produzione, trasformazione e commercializzazione con l’obiettivo d’incentivare produzioni con un rilevante valore aggiunto prevalentemente rivolte al mercato (agendo dal lato dell’offerta ma anche della domanda), compresa l’esportazione, capaci di innescare processi di innovazione e di economia di scala attraverso assistenza tecnica, investimenti e strumenti tecnico-finanziari anche per incentivare il trasferimento di know-how, tecnologia, ricerca e innovazione.
In entrambe le macroaree l’approccio multi-attori (“multi-stakeholder approach”) è considerato un elemento centrale ed essenziale per la sostenibilità ed inclusività degli interventi. In particolare, la cooperazione promuove partenariati tra soggetti istituzionali, organizzazioni di produttori e di filiera, micro, piccole e medie imprese locali (MPMI), enti di ricerca ed università, organizzazioni della società civile (OSC), coinvolgendo importanti attori del Sistema Italia.
Inoltre, è privilegiato l’approccio di filiera: ne sono alcuni esempi la filiera del caffè in Etiopia, in Mozambico e a Cuba, la filiera olivicola in Albania e Pakistan, la filiera del cotone in Egitto, l’acquacoltura in Vietnam e Mozambico. Alcuni aspetti d’intervento riguardano la meccanizzazione e digitalizzazione dei processi produttivi, l’efficientamento dei sistemi d’irrigazione, l’ammodernamento delle infrastrutture rurali, viabili ed energetiche e, in modo particolare per l’agroindustria, l’adozione di protocolli di tracciabilità, certificazioni di origine e qualità del prodotto (food safety) anche in prospettiva di apertura ai mercati internazionali (ne sono esempi i programmi nei Balcani Occidentali per l’allineamento agli standard UE, così come quelli per favorire l’accesso al mercato europeo dei prodotti degli stati dell’ASEAN, Association of Southeast Asian Nations.
Inoltre, è sempre più rilevante l’attenzione a investimenti “green” nell’agricoltura sostenibile e nell’agroindustriale che implica una maggiore attenzione agli aspetti qualitativi e dell’innovazione con attenzione alla sostenibilità ambientale, economica e sociale, anche attraverso l’integrazione crescente dei principi dell’agroecologia quale approccio per la più ampia trasformazione dei sistemi agro-alimentari.
La programmazione degli interventi prende in considerazione:
- United Nations Sustainable Development Cooperation Framework (UNSDCF) per il Paese di riferimento
- European Union programmes and strategies (Multiannual Country Programmes, Team Europe Initiatives and Joint Programming, European Green Deal, European Market regulations, Regional programmes, etc.
- Comprehensive African Agricultural Development Programme (CAADP)/Malabo Declaration
- High Level Panel of Experts on Food Security and Nutrition (CFS/FAO)